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Festa del contadino: origine e perchè
Era il compleanno di due splendide gemelle quando venne fuori l’idea di fare una festa a Forcelle e Collemarino.
In realtà già dal “calenne” girava questa idea, i dubbi erano molti… una sagra rionale oppure rischiare con una vera manifestazione?
Si doveva partire da zero, l’esperienza era limitata, ma si vedeva molta passione di “Fare”.
Un testardo disse “Ma perché farla solo per pochi, quando possiamo farla per tutti…”
L’entusiasmo di quella sera era altissimo ( qualcuno dice colpa del vino ), unanime il consenso fra i presenti… da li parti l’idea della Festa del contadino con lo scopo di unire e promuovere il territorio e i prodotti locali.
Esposta l’idea al resto del paese fu accolta con entusiasmo, e si inizio la corsa organizzativa per arrivare pronti alla terza settimana di Agosto, (Eravamo già ad inizio giugno).
Le cose da fare erano molte, i mesi pochissimi, perchè l’intento era quello di non proporre la solita sagra, volevamo qualcosa di diverso che potesse coinvolgere tutti, e far passare una giornata diversa.
Dopo estenuante ricerca di pietanze popolari, coadiuvati dagli anziani, uscirono fuori i nomi degli “stringozzi alla contadina”, la “capra alla cottora” e là non poteva certo mancare la pecora a “Ju Cutturù”.
Non solo enogastronomia ma anche eventi e attrazioni, per allietare le persone che speravamo venissero a visitare i nostri stand.
Ne uscì una prima edizione con i fiocchi apprezzata da tutti i partecipanti e che aveva davanti a se un grande futuro…
Gli sforzi e i sacrifici sono continuati nei anni seguenti fino ad arrivare ad oggi dove tutto quello che vedete e’ frutto della passione che molte persone mostrano ogni anno, riuscendo a diventare in pochi anni uno degli appuntamenti clou del panorama Aquilano.
Festa del Contadino 2019 – 6a edizione
Il Direttivo avvisa tutti gli utenti che
Viste le condizioni meteo previste per l’intera giornata, al fine di preservare l’area del concerto di domani e dei parcheggi, annulla la serata odierna Venerdì 23 Agosto.
Le attuali previsioni meteo dovrebbero permettere il regolare svolgimento della serata di Sabato con la bandabardò.
Queste misure si sono rese necessarie proprio per il regolare svolgimento del concerto .
Eventuali aggiornamenti li troverete sulla nostra pagina facebook oppure sul nostro sito web.
Oppure chiamando i numeri
3389392191
3711257514
Festa del Contadino 2018 – 5a edizione
Il concerto della Bandabardo’ previsto per stasera 18 Agosto a Tornimparte e’ stato annullato causa maltempo. Una bomba d’acqua abbattutasi sugli stand della Festa del Contadino ha reso impraticabile lo spazio della sagra costringendo gli organizzatori, anche per mere ragioni di sicurezza, ad annullare il concerto della nota band, la discoteca all’aperto del dj Carosone e a chiudere le cucine per la serata di oggi.
Domani domenica 19 Agosto la programmazione non subira’modifiche.
Festa del Contadino 2017 – 4a edizione
Questa è la nota di ringraziamento pervenutaci dalla ONLUS Mano nella mano, con sede in L’aquila, che persegue l’ambizioso progetto di creare una agro-fattoria assistita per persone autistiche nel comune di Tornimparte, a seguito del ricevimento della somma destinata alla beneficienza della Festa del Contadino IV edizione.
Festa del Contadino 2016 – 3a edizione
Festa del Contadino 2015 – 2a edizione
Prima edizione della Festa del Contadino
C’era una volta il contadino… La Festa del contadino, organizzata dall’Associazione quest’anno nella sua prima edizione, vuole essere un tuffo nel nostro passato, un momento di aggregazione e divertimento alla scoperta di una cultura in estinzione. Evocare gli stili di vita ed i valori di un tempo come occasione per stimolare un confronto significativo con il mondo in cui viviamo.
Ma chi era il contadino? Sin da quando l’uomo primitivo non visse più da nomade ma si fermi in un posto per trascorrere lì la sua vita e la caccia non fu più sufficiente ad assicurargli il cibo, sentì la necessità di coltivare la terra. A questo uomo fu dato il nome di “contadino” cioè colui che coltiva la terra; il suo mestiere si può dire il più antico del mondo. Come tutti i mestieri, nel corso della storia ha subito profonde trasformazioni tant’è che oggi possiamo parlare di ricordi di Civiltà Contadina. Dai racconti degli anziani, dall’osservazione degli attrezzi di lavoro adoperati, dalle vecchie foto si ha la testimonianza di quanto difficile e dura sia stata la loro esistenza; dalle vecchie immagini di gente al lavoro nei campi traspare la fatica, il sudore di una vita difficile e allo stesso tempo semplice e piena di valori; genti rispettose della terra, della natura e degli animali unica fonte di sostentamento per intere famiglie, comunità che lavoravano riunendosi ed aiutandosi reciprocamente, che sapevano ritrovarsi in allegri canti e festose “saltarelle” nei pochi momenti di pausa dal duro lavoro. l lavoro del contadino non si esauriva mai; iniziava in autunno con l’aratura e la semina dei campi L’aratura veniva fatta coni muli o le mucche a cui si metteva il giogo e si attaccava l’aratro, seguiva la semina fatta a mano. A primavera cominciava la fienagione, c’era poi la trebbiatura, la vendemmia, la raccolta del granturco, delle olive, della frutta, delle verdure, delle noci, etc. Il lavoro intorno agli animali con la mungitura, il formaggio, l’alpeggio, la transumanza, e poi, l’arrivo dell’inverno che vedeva la comunità riunita intorno al fuoco del camino immersa nei racconti degli anziani, incanto per i bambini, e nei canti dei giovani che seguivano le tradizioni del corteggiamento alle ragazze intente a ricamare “il corredo”. Durante la nostra festa vi sarà la rievocazione della fienagione e la preparazione del formaggio con l’assaggio “deju surgittu” (un piccolo pezzettino di formaggio appena cagliato a cui si dava la forma di un topolino e si offriva ai bambini), oltre alla mostra di immagini di vecchia vita contadina. La fienagione: in autunno avveniva la concimazione dei prati con il letame che con i forconi veniva rimosso dalle stalle, caricato sui carri, sparso grossolanamente sul terreno e lasciato sotto la neve durante l’inverno. I lavori della fienagione si dividevano in due momenti: tl taglio dell’erba e ressiccazioneiconservazione. Il taglio fatto dagli uomini avveniva con la falce a mano mentre le donne avevano il compito di rastrellare con i rastrelli di legno. La mattina il contadino batteva la lama la lama della falce con incudine e martello fino ad ottenerne la giusta filatura, poi si legava alla cintura la “cote”(pietra di ghisa) e il porta cote con l’acqua (era di legno oppure ricavato dal corno di bue) che serviva a rifilare la lama durante l’uso. L’erba veniva tagliata la mattina presto in modo che si asciugasse al sole durante la giornata, con i forconi veniva sparpagliata e più volte rigirata. !Dopo 2 o 3 giorni veniva rastrellata ed ammucchiata, i mucchi di fieno venivano coperti durante la notte con grandi lenzuoloni (“lenzolacchi”) per riparali da eventuali piogge o dall’umidità notturna, poi, quando aveva raggiunto l’essiccatura giusta veniva trasportata, con i carri trainati da muli , nei fienili e diventava foraggio invernale per gli animali. Con gli anni la fienagione ha subito la modernizzazione delle attrezzature, i contadini ora si servono dei trattori a cui agganciano la barra falciante per falciare, il ranghinatore per rastrellare e riunire l’erba in andane (“anduni9 e l’imballatrice (ressai9 per fare balle di fieno già legate o la roto imballatrice Crotopressa9 per i rotoloni di fieno; le balle o i rotoli con l’aiuto delle forche meccaniche vengono caricate e portate nei fienili, dai fienili, attraverso nastri trasportatori il fieno giunge agli animali nelle stalle. L’essiccazione spontanea sul terreno è strettamente dipendente dalle condizioni climatiche per questo, è sempre più diffusa l’essiccazione artificiale del foraggio (sfuso o imballato) che viene effettuata direttamente nel fienile attraverso correnti d’aria generate dai ventilatori. La fienagione viene ripetuta più volte durante l’anno , il 1° taglio (il più pregiato) si fa a maggio (maggeno), poi i I2° ad agosto (agostano), poi c’è il 3° o terzuolo e, in alcune zone con clima più mite anche il 4° o quartiolo.
Ma il contadino oggi è scomparso? Sicuramente oggi tutto è cambiato, la nostra economia non è più prevalentemente agricola ma anche industriale, commerciale e turistica. Il modo di coltivare la terra è cambiato; da un’agricoltura arcaica ed estensiva si è passati ad una agricoltura meccanizzata ed intensiva; si va verso un’agricoltura in serra dove pochi metri quadri danno quantità di prodotti che prima erano dati da enormi estensioni di terreno. I contadini di oggi assumono nomi diversi “olivicoltori, agronomi, viticoltori, ortolani, frutticoltori, operatori agricoli etc.” hanno acquisito una cultura tecnologica e specifica; ma, anche se non lavorano più con le mani ma con mezzi meccanici ed elettronici sono pur sempre lavoratori della terra ed eredi dei contadini di un tempo.